Dal numero di ottobre 2020 il nostro giornale ad alta accessibilità propone anche delle attività didattiche che accompagnano alcuni articoli. I materiali sono progettati su diversi livelli per rispondere ai differenti bisogni di apprendimento degli studenti
La scuola di oggi, infatti, vede sempre più crescere la presenza delle cosiddette classi ad abilità differenziate (CAD), che rappresentano un tema di grande attualità anche per la letteratura scientifica.
Vediamone insieme qualche definizione:
Lo studioso Ur (1996) definisce le classi ad abilità miste (Mixed Abilities Classes) come classi con studenti differenti tra loro per «livello linguistico, background culturale, stili di apprendimento, attitudine verso la lingua, madrelingua, intelligenza, conoscenza del mondo, esperienza di apprendimento, conoscenza di altre lingue, età o maturità, genere, personalità, fiducia in se stessi, motivazione, interesse, indipendenza, autodisciplina e livello di educazione».
Secondo Tice (1997) la classe ad abilità miste è caratterizzata da «alunni con diversi livelli in termini di conoscenza della lingua, capacità e competenze, velocità di apprendimento e diversi livelli di motivazione».
Anche Ireson e Hallam (2001) ricordano che nella gestione della classe ad abilità miste è necessario tenere in considerazione le diversità di ogni alunno tra cui interessi, preferenze e ritmi di esecuzione degli esercizi e delle attività.
Oggi sappiamo che nelle nostre classi sono presenti sempre più studenti con BES (Bisogni Educativi Speciali), tra i quali rientrano gli alunni con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), con madrelingua diversa da quella italiana, con disabilità e alunni che presentano Bisogni Comunicativi Complessi (BCC).
In che modo possiamo coinvolgerli tutti in modo il più possibile attivo, valorizzando le capacità di ognuno e creando inclusione?
Una delle soluzioni è l’utilizzo di schede di lavoro differenziate per stili di apprendimento e stratificate per complessità del compito (cfr. D’Annunzio, Della Puppa 2006) che permettano di agire contemporaneamente su diverse «zone di sviluppo prossimale», secondo la celebre espressione di Vigotskij.
La proposta dello Strillone è su tre livelli di difficoltà:
livello 1: schede e attività pensate per alunni che sono supportati in modo preponderante dal canale visivo. I materiali prevedono sempre la presenza dei simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa, oltre che del testo alfabetico.
livello 2: schede e attività pensate per alunni che accedono alla letto-scrittura ma presentano delle difficoltà di lettura e comprensione e possono essere supportati dal canale visivo. Le schede prevedono simboli che accompagnano i termini e i concetti complessi e le parole chiave per supportare la memorizzazione e la rielaborazione dei contenuti.
livello 3: schede e attività pensate per alunni che non presentano difficoltà nella letto-scrittura. Le mappe prevedono numerose informazioni e gli esercizi richiedono un livello di comprensione dettagliato.
I tre livelli sono contrassegnati da uno simbolo sulle schede: livello 1= 1 pallino , livello 2 = 2 pallini e livello 3= 3 pallini.
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